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La pericardite è un’infiammazione del pericardio, la membrana simile a un sacco che contiene il cuore. Nella maggior parte dei casi, la malattia passa senza trattamento.
In molti casi, la causa della pericardite non è nota, ma può essere infettiva o non infettiva ed è la malattia più comune del pericardio.
Se la pericardite inizia rapidamente e non dura a lungo viene definita pericardite acuta. E’ la forma più comune in cui si manifesta questa infiammazione.
Mentre se si protrae per un periodo più lungo, si parla di pericardite cronica.
La pericardite cronica è ulteriormente suddivisa in due categorie:
Alcuni medici suddividono ulteriormente la pericardite in cinque gruppi, a seconda del tipo di liquido che si accumula intorno al cuore:
Sierosa: Si tratta di un liquido pallido, giallo e trasparente.
Purulenta: Nome che indica la presenza di pus giallo-bianco.
Fibrinoso: Questo gruppo è composto da fibrina, un agente di coagulazione del sangue, e da leucociti, un tipo di globuli bianchi.
Caseosa: La necrosi caseosa è una forma di morte cellulare. I tessuti colpiti assumono un aspetto simile al formaggio
Emorragica: Quando è presente un fluido a base di sangue.
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La nostra equipe si riunirà per valutare il suo caso clinico, prendendo in esame anche eventuali analisi già in suo possesso che le chiediamo, se possibile, di allegare.
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I sintomi della pericardite possono essere i seguenti:
I sintomi sono molto simili a quelli di un attacco cardiaco. Se si avverte un dolore al petto è assolutamente necessario rivolgersi a un medico. Il medico potrà così escludere altre condizioni e indagare sulla causa della pericardite.
Se la pericardite non viene trattata, può peggiorare e diventare una condizione più grave.
Le complicazioni della pericardite comprendono:
Tamponamento cardiaco: Se si accumula troppo liquido nel pericardio, questo può esercitare un’ulteriore pressione sul cuore, impedendogli di riempirsi di sangue. Se non viene trattato può provocare un calo fatale della pressione sanguigna.
Pericardite costrittiva: È una rara conseguenza della pericardite. La pericardite costrittiva comporta un ispessimento e una cicatrizzazione permanente del pericardio. Questo provoca un indurimento dei tessuti e impedisce al cuore di funzionare correttamente, causando potenzialmente gonfiore ai piedi e alle gambe e mancanza di respiro.
Il sacco pericardico, o pericardio, è costituito da due strati, separati da una piccola quantità di liquidoche ha il compito di mantenere fluido il movimento tra le due membrane.
Se il pericardio si infetta e si gonfia, i due strati entrano in contatto, causando attrito.
In molti casi, la causa primaria della pericardite non può essere individuata. Si parla quindi di pericardite idiopatica. In altri casi si presume che sia causata da infezioni virali che non possono essere individuate.
I seguenti virus sono associati alla pericardite acuta:
Spesso la pericardite si manifesta subito dopo un grave attacco cardiaco. Si pensa che ciò sia dovuto all’irritazione dei muscoli cardiaci sottostanti. Per questo motivo può insorgere anche dopo un intervento chirurgico al cuore.
A volte la pericardite si manifesta settimane dopo un attacco cardiaco o un’operazione. Si tratta della cosiddetta sindrome di Dressler. In questo caso, la causa è probabilmente autoimmune.
I ricercatori ritengono che il tessuto cardiaco morto entri nel sistema sanguigno e agisca come un antigene, scatenando una reazione immunitaria. L’organismo reagisce erroneamente contro i tessuti del cuore e del pericardio.
Altre cause di pericardite sono:
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Come prima cosa, il medico auscolta il torace. Quando gli strati pericardici sfregano tra loro, possono emettere un suono caratteristico.
Ulteriori esami serviranno a verificare se c’è stato un attacco cardiaco, se si è accumulato del liquido nel sacco pericardico o se ci sono segni di infiammazione.
Possono essere utilizzati i seguenti strumenti diagnostici:
Radiografia del torace: Una radiografia mostra la forma del cuore, indicando se si è ingrandito a causa dell’eccesso di liquido.
TAC: la TAC può produrre un’immagine più dettagliata del cuore rispetto alle radiografie standard ed escludere altri possibili problemi come coaguli polmonari e lacerazioni aortiche.
Risonanza magnetica del cuore: Utilizzando onde radio e campi magnetici, questa tecnica consente di ottenere un’immagine accurata dell’ampiezza delle pareti cardiache.
Ecocardiogramma: Costruisce un’immagine dettagliata del cuore utilizzando le onde sonore.
Elettrocardiogramma (ECG): Vengono applicati al torace cerotti e fili per misurare l’attività elettrica del cuore.
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Il modo in cui la pericardite viene trattata dipende dalla sua gravità e dalle cause sottostanti. Nei casi più lievi, si può scegliere di non intervenire perché la malattia di solito guarisce da sola.
Quando è necessario, la prima linea di trattamento è rappresentata dai farmaci.
Le opzioni di trattamento basate sui farmaci includono:
Farmaci antidolorifici da banco: Senza prescrizione medica, i farmaci da banco, come l’aspirina o l’ibuprofene, possono alleviare gran parte del dolore e dell’infiammazione che si verificano nella pericardite. Se necessario, si possono usare anche antidolorifici con obbligo di prescrizione.
Colchicina: Se la pericardite è particolarmente dolorosa o ricorrente, può essere prescritta la colchicina. Questo farmaco, che ha effetti antinfiammatori, può ridurre la durata e prevenire le recidive. Tuttavia, a molte persone con patologie già esistenti, come malattie epatiche o renali, ne viene sconsigliata l’assunzione. Gli effetti collaterali includono dolore addominale, vomito e diarrea.
Corticosteroidi: Se nessuna delle prime due opzioni ha funzionato, si può ricorrere ai corticosteroidi. Se gli steroidi vengono somministrati durante il primo attacco di pericardite, la persona affetta ha maggiori probabilità di avere una ricaduta. Per questo motivo, sono l’ultima spiaggia. Gli effetti collaterali includono aumento di peso, sbalzi d’umore e aumento della sudorazione.
Se i farmaci non sono efficaci, vi sono alcune procedure chirurgiche che comprendono:
Pericardiocentesi: Un piccolo tubo viene inserito nella cavità pericardica per drenare il liquido in eccesso. Il tubo può essere lasciato inserito per diversi giorni.
Pericardiectomia: Se il pericardio è diventato particolarmente rigido e sta causando ulteriore stress al cuore, l’intero sacco può essere rimosso chirurgicamente. Si tratta di una soluzione estrema, in quanto vi è un piccolo rischio che l’operazione provochi il decesso.
La guarigione può richiedere da pochi giorni a qualche mese. Tuttavia, la maggior parte delle persone si riprende completamente.
Patologie di natura infiammatoria, metabolica, infettiva, allergica, autoimmunitaria vengono trattate presso il Biomedic Clinic & Research avvalendosi della Medicina Integrata. Ciò si traduce in un approccio personalizzato che prende in considerazione metodi diagnostici e terapeutici propri sia della medicina tradizionale che di quella naturale, al fine di occuparsi anche delle cause scatenanti di un determinato disturbo, riferite al singolo paziente.
Per la diagnosi ed il trattamento della pericardite e delle cause è possibile effettuare, oltre ad una visita specialistica cardiologica, un test biofisico completo, seguito da trattamenti di medicina integrata, i quali possono includere trattamenti biofisici, piano nutrizionale personalizzato e terapie di medicina naturale e/o tradizionale, in base a quanto emerso in fase di diagnosi.
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Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.
