La mononucleosi infettiva è una sindrome clinica che rappresenta la reazione immunologica ad una determinata serie di circostanze e all’infezione con il virus Epstein-Barr (EBV).
Queste circostanze riguardano l’età e l’efficienza del sistema immunitario del paziente al momento dell’infezione.
Sebbene colpisca principalmente adolescenti o giovani adulti, la mononucleosi può verificarsi dall’infanzia fino all’età avanzata.
Il virus EBV si trasmette con il contatto intimo tramite le secrezioni corporee, principalmente la saliva.
Il periodo di incubazione è di 4-6 settimane. I sintomi prodromici consistono in 1-2 settimane di stanchezza, malessere e dolori muscolari.
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Una caratteristica della malattia è quella di poter essere asintomatica, ovvero il paziente non avverte alcuno dei sintomi sotto riportati, tranne che una grande stanchezza apparentemente senza alcun motivo.
In genere i pazienti colpiti da mononucleosi infettiva avvertono:
Il gonfiore alle tonsille e l’eritema con essudato tendente al grigio o al verde sono comuni e clinicamente indistinguibili dalla faringite da streptococco.
In circa un terzo dei casi, possono comparire petecchie sul palato, alla giunzione tra il palato molle e quello duro.
Un forte dolore addominale non è comune ma, qualora si verificasse, richiederebbe una pronta, immediata attenzione perché potrebbe essere il sintomo di una lesione alla milza.
La febbre non elevata dura 1-2 settimane, ma può persistere per 4-5 settimane.
La linfoadenopatia (gonfiore dei linfonodi) dura circa 1-2 settimane.
Tosse
Mal di testa
Dolore ai muscoli oculari
Dolori al petto
Fotofobia (senso di fastidio provocato dalla luce per irritazione dell’occhio)
La mononucleosi infettiva guarisce spontaneamente in genere in 3-4 settimane.
Mentre il senso di malessere e la stanchezza persistono per diversi mesi, la grande maggioranza dei pazienti si riprende senza significative conseguenze permanenti.
I pazienti affetti da mononucleosi infettiva dovrebbero astenersi dal praticare sport di contatto ed evitare attività fisica energica per almeno 1 mese al fine di minimizzare la possibilità di lesioni alla milza.
La mononucleosi infettiva è causata da un’infezione del virus Epstein-Barr (EBV).
Altre cause che possono produrre un quadro clinico simile includono:
• Adenovirus
• Cytomegalovirus (CMV)
• Group A beta-hemolytic streptococci
• Hepatitis A
• Human herpes virus
• Human immunodeficiency virus (HIV)
• Rubella
• Toxoplasma gondii
Cause non infettive della sindrome equivalente alla mononucleosi includono farmaci, come ad esempio la fenitoina (è un farmaco antiepilettico. Può essere utilizzato in alcuni tipi di aritmia cardiaca e nel dolore neuropatico) o i sulfamidici (i sulfamidici o sulfonamidici sono una classe di farmaci di tipo sintetico con azione batteriostatica), o malattie come i linfomi o la leucemia.
Una persona il cui sistema immunitario è compromesso ha un rischio maggiore di:
La mononucleosi è più comune tra i 15 e i 35 anni.
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Il medico può sospettare la mononucleosi in base ai segni e ai sintomi, alla durata e all’esame obiettivo. Cercherà segnali come linfonodi, tonsille, fegato o milza ingrossati.
Test anticorpali. Se è necessaria un’ulteriore conferma, è possibile eseguire un test monospot per controllare la presenza di anticorpi contro il virus Epstein-Barr nel sangue. Questo test di screening fornisce risultati entro un giorno. Ma potrebbe non rilevare l’infezione durante la prima settimana della malattia. Un test anticorpale diverso richiede tempi più lunghi per avere il risultato, ma può rilevare la malattia anche entro la prima settimana dai sintomi.
Conta dei globuli bianchi. Il medico può utilizzare altri esami del sangue per cercare un numero elevato di globuli bianchi (linfociti) o linfociti dall’aspetto anomalo. Questi esami del sangue non confermeranno la mononucleosi, ma potrebbero suggerirla come una possibilità.
La natura onnipresente del virus Epstein-Barr (EBV), unita al suo andamento tipicamente benigno e autolimitato, rende la deterrenza un problema controverso.
Evitare contatti ravvicinati con le secrezioni fluide del corpo, particolarmente la saliva.
I pazienti dovrebbero evitare di esporre altre persone alle proprie secrezioni corporee, dal momento che il virus EBV rimane vitale nei pazienti che hanno contratto la mononucleosi infettiva per mesi dopo l’infezione iniziale.
Il trattamento dei pazienti con mononucleosi infettiva generalmente è di supporto e consiste principalmente in riposo, analgesici e antipiretici.
A causa del rischio della rottura splenica (lesioni alla milza) i medici dovrebbero evitare esami addominali invasivi o palpazioni vigorose nei pazienti con mononucleosi.
Alcune situazioni cliniche possono richiedere la somministrazione di corticosteroidi.
Diversi studi hanno suggerito che i corticosteroidi possono essere benefici per i pazienti affetti da mononucleosi, ma l’uso di routine di questi agenti in pazienti con un decorso della malattia senza complicazioni dovrebbe essere evitato, poiché questi farmaci possono influire negativamente sulle risposte immunitarie delle cellule, aumentando di conseguenza il rischio di superinfezioni batteriche.
I pazienti con complicazioni che possono beneficiare dei corticosteroidi includono quelli con un massivo edema dell’anello di Waldeyer (Anello del Waldeyer: sistema di organi costituito da: Tonsilla palatina, Tonsilla linguale, Tonsilla faringea,Tonsilla palatina) a rischio di ostruzione delle vie aree, i pazienti con anemia emolitica autoimmune (AHIA: è una malattia autoimmune nella quale diversi tipi di autoanticorpi sono diretti contro i globuli rossi, ne riducono la sopravvivenza e causano l’anemia emolitica), o quelli con una grave trombocitopenia (la trombocitopenia è una carenza di piastrine -trombociti- che aumenta il rischio di sanguinamento).
Altre complicazioni che possono richiedere una tale terapia includono gravi coinvolgimenti del cuore o del sistema nervoso centrale.
Patologie di natura infiammatoria, metabolica, infettiva, allergica, autoimmunitaria vengono trattate presso il Biomedic Clinic & Research avvalendosi della Medicina Integrata. Ciò si traduce in un approccio personalizzato che prende in considerazione metodi diagnostici e terapeutici propri sia della medicina tradizionale che di quella naturale, al fine di occuparsi anche delle cause scatenanti di un determinato disturbo, riferite al singolo paziente.
Per la diagnosi ed il trattamento della mononucleosi è possibile effettuare, oltre a specifiche analisi di laboratorio, un test biofisico completo, seguito da terapie di medicina integrata finalizzati al trattamento delle infezioni secondarie e delle eventuali complicazioni, i quali possono includere programmi biofisici, piano nutrizionale personalizzato e terapie di medicina naturale e/o tradizionale, in base a quanto emerso in fase di diagnosi.
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