L’Herpes Zoster, conosciuto anche come fuoco di Sant’Antonio, è una riattivazione del virus VZV, ovvero il virus della varicella.
Può quindi verificarsi solo in individui che hanno già avuto la varicella.
Gli esperti dicono che chiunque abbia contratto il Fuoco di Sant’Antonio più precisamente l’Herpes Zoster, può tranquillamente uscire dalla propria abitazione e recarsi in altre case perché non è contagioso.
Dopo aver contratto la varicella, Il sistema immunitario è in grado di eliminare il virus nella maggior parte del corpo, ma esso rimane, seppure inattivo, nel ganglio adiacente al midollo spinale (chiamato ganglio dorsale) o nel ganglio semilunare di Gasser nella base del cranio e può riattivarsi in qualunque momento.
Dopo anni o anche decenni di letargia, il virus può uscire dalle cellule nervose, correre lungo il nervo e provocare l’infezione nella zona di cute su cui quel nervo passa. Inoltre il virus può passare tramite i gangli nervosi su più nervi e colpire così una zona più estesa. Il sistema immunitario solitamente blocca il suo avanzare sul nervo, ricacciandolo nei gangli, da dove non può fare danni. Tuttavia se il sistema immunitario non funziona a dovere, il virus si può muovere più facilmente.
Arrivato alla pelle lo Zoster scatena in pochi giorni un’infiammazione locale con bolle, dette vescicole, che si riempiono di linfa e sangue per poi rompersi e formare croste.
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Tra i primi sintomi del fuoco di Sant’Antonio ci possono essere mal di testa, affaticamento e sensazione di malessere, a cui seguono fastidiose sensazioni di dolore, bruciore, prurito e irritazione della pelle.
Il forte dolore, che può comparire anche alcune settimane prima dell’eruzione cutanea e durare a lungo dopo che le croste sono passate, è dovuto all’infiammazione scatenata dal passaggio del virus sul nervo (non sulla pelle).
Il Fuoco di Sant’Antonio si sviluppa più frequentemente a livello toracico, con rash cutaneo e nevralgia, solitamente limitati ad un lato del corpo, a fascia (il termine “zoster”, in greco significa, infatti, “cintura”).
Il 10-20% delle persone viene colpito a testa e occhio, coinvolgendo la branca oftalmica del nervo trigemino e sviluppa il cosiddetto herpes zoster oftalmico. Questa localizzazione è più frequente con l’aumentare dell’età.
Generalmente, l’herpes zoster dura circa 2-4 settimane e può portare a complicanze debilitanti e potenzialmente gravi.
La principale complicanza dell’herpes zoster è la nevralgia posterpetica, che colpisce circa il 20-50% delle persone con herpes zoster.
La nevralgia posterpetica è caratterizzata da un dolore che persiste per almeno 3 mesi dopo la scomparsa del rash dello zoster, ma che può durare persino anni.
In alcune persone si manifesta in forma così severa da impedire il proseguimento di una vita normale: persino un leggero soffio di vento contro la pelle o il semplice vestirsi può essere doloroso.
L’herpes zoster può portare, inoltre, altre complicanze come infezioni cutanee, perdita permanente dell’udito o infiammazioni cerebrali (encefalite) e viscerali.
I motivi per cui il virus della varicella si riattivi diventando uno Zoster non sono ancora certi.
Quello che è chiaro dagli studi effettuati è che un ruolo fondamentale è svolto da una diminuzione delle difese immunitarie. Se queste si abbassano, è molto più facile che compaia la malattia.
Tra i fattori che possono diminuire le difese immunitarie, possono esserci l’età avanzata, lo stress psicologico, la risposta ad alcuni farmaci, l’infezione da HIV e l’esposizione a immunotossine.
Il virus è molto infettivo e si può facilmente trasmettere da una persona con la manifestazione cutanea a un’altra persona che ne tocchi le vescicole e che non abbia l’immunità al virus.
La persona contagiata svilupperà però la varicella, e non lo Zoster.
L’individuo con il fuoco di Sant’Antonio, esattamente come quello con la varicella, sarà contagioso fino a quando le vescicole non si saranno trasformate in croste.
Se le vesciche si devono ancora formare o se sono già passate, non si è contagiosi.
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La diagnosi si basa principalmente sui sintomi clinici tipici, come dolore dermatomerico ed eruzione di vescicole raggruppate nello stesso dermatoma (la superficie cutanea è divisa in aree specifiche, chiamate dermatomi. Un dermatoma è un’area delle pelle i cui nervi sensoriali derivano tutti da una sola radice nervosa spinale. I nervi sensoriali trasportano le informazioni su tatto, dolore, temperatura e vibrazioni dalla pelle al midollo spinale).
La conferma può essere effettuata utilizzando i metodi della reazione a catena della polimerasi (PCR).
In base all’interpretazione mistico-religiosa, l’eremita egiziano Antonio, che divenne poi Santo, fu tormentato nel deserto dal diavolo che si manifestava sotto forma di serpente. Investito da fuoco e fiamme, i suoi discepoli lo ritrovarono quasi morente, ricoperto di gravi ferite e dolorose ustioni su tutto il corpo.
Il fuoco di Sant’Antonio si chiama così perché, per la sua guarigione, nel passato, veniva invocato Sant’Antonio Abate.
A lui, infatti, erano riconosciute potenti capacità di guarigione.
Non esiste una cura per l’herpes zoster, ma un trattamento tempestivo con farmaci antivirali prescritti può accelerare la guarigione e ridurre il rischio di complicanze.
Il trattamento consiste principalmente nel ridurre il dolore mediante analgesici e la replicazione virale mediante farmaci antivirali come l’aciclovir.
La terapia antivirale può ridurre la gravità della nevralgia posterpetica. La terapia antivirale precoce è particolarmente importante nello zoster oftalmico e nello zoster negli immunocompromessi.
Patologie di natura infiammatoria, metabolica, infettiva, allergica, autoimmunitaria vengono trattate presso il Biomedic Clinic & Research avvalendosi della Medicina Integrata. Ciò si traduce in un approccio personalizzato che prende in considerazione metodi diagnostici e terapeutici propri sia della medicina tradizionale che di quella naturale, al fine di occuparsi anche delle cause scatenanti di un determinato disturbo, riferite al singolo paziente.
Per la diagnosi tempestiva ed il trattamento del Fuoco di Sant’Antonio è possibile effettuare, oltre ad analisi di laboratorio, anche un test biofisico completo, seguito da trattamenti di medicina integrata volti ad abbattere la carica virale ed i sintomi, i quali possono includere trattamenti biofisici, piano nutrizionale personalizzato e terapie di medicina naturale e/o tradizionale, in base a quanto emerso in fase di diagnosi.
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